CHI SE NE FREGA DELLA POLITICA... provi un po' a leggere qua
sito dedicato ai meccanismi che muovono la politica e che i politici preferirebbero nascondere. A cura di Giovanni Genovesi

2.2.2. La democrazia: Informarsi

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Non necessariamente partecipare vuol dire anche aderire ad una ideologia, si incarni questa in un vero e proprio partito, in un'associazione, o resti confinata al campo del solo simpatizzare per una idea. Per quanto aderirvi possa fornire una spinta supplementare all'entusiasmo politico, è preferibile che le ideologie vengano molto, molto, mitigate da una prudente mentalità pragmatica(1). Anzi, è assolutamente importante la partecipazione proprio di chi non aderisce pienamente ad alcuna ideologia esplicita: questa sua estraneità può garantire un giudizio distaccato, più lontano dagli entusiasmi di parte, focalizzato a che si ottenga un risultato piuttosto che alla coerenza ideologica. Chi è estraneo agli schieramenti può con la sua partecipazione mitigarne gli opposti estremismi, può evitare che la foga spinga a fare il passo più lungo della gamba, a commettere errori troppo grossi per potervi porre rimedio senza compromettere del tutto la situazione. Tuttavia, solo una persona ben informata può essere davvero consapevole dei valori in campo e dello stato della situazione, può evitare essere catturato dalla propaganda, di essere ridotto a cassa di risonanza di idee ed esigenze altrui.

Per questo motivo tutti i pensatori cui dobbiamo la teoria filosofico-politica alla base del pensiero democratico hanno sempre ribadito l'importanza di una corretta informazione, per chi la fa e per chi la riceve, con un particolare plauso al pluralismo, indispensabile per tenere lontano il rischio del pensiero unico, così amato da tutti i regimi totalitari, e magari da quel nostro conoscente così autoritario.

In politica partecipare vuol dire prima di tutto informarsi, attingendo al più alto numero di fonti possibile. Dunque leggete giornali, libri, riviste, seguite i programmi di approfondimento di radio e televisione, parlate con gli altri per confrontare l'opinione che vi siete fatti sulla politica del momento e su come dovrebbe essere, investite il vostro tempo in conoscenza: lo si può fare anche senza diventare pesanti, mantenendo uno spirito aperto ed allegro, continuando a dare il giusto peso a tutte le altre incombenze della quotidianità; non si vuole che attingiate a tutte le fonti su proposte tutti i giorni, si consiglia piuttosto di dedicare un poco più di attenzione alla fonte che preferite: non dovete diventare degli esperti di teoria politica, ma dovreste riuscire a discriminare la posizione da privilegiare sulla base dell'esperienza che andrete maturando.

Ed ecco che si presenta un aspetto chiave per l'acquisizione dell'informazione: come scegliere quale fonte ci dice la verità, quale notizia è più corretta, quale proposta è più giusta. Qui non ci approfondiremo in argomenti trattati in sezioni loro dedicate, solo a titolo di accenno diciamo che, pur non sapendo dove sta la verità, possiamo sospettare dove quella non sta: in chi esprime incoerenza, in chi ha posizioni in sé coerenti ma contrarie ai fatti, in chi storpia fatti che il senso comune giudica altrimenti, in chi ad una opposizione non risponde nel merito ma attacca la persona che gliel'ha fatta, in chi evita le domande con risposte senza senso.

Già sulla base di queste indicazioni basterebbero pochi mesi di attenzione alle faccende politiche riportate da giornali e tv per individuare quanto meno le situazioni dubbie, e così difendersi dagli estremismi e dalla propaganda, comportandosi da elettore informato e consapevole.

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NOTE
(7) Vedi alle parti 4.7 e 4.8 per una puntualizzazione su pragmatismo, razionalità ed il loro opposti. (torna al testo)

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Ultimo aggiornamento
28 gennaio 2005

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