CHI SE NE FREGA DELLA POLITICA... provi un po' a leggere qua
sito dedicato ai meccanismi che muovono la politica e che i politici preferirebbero nascondere. A cura di Giovanni Genovesi

2. Forme e modi di governo

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Qui non si vuole fare un elenco preciso né delle principali forme di governo, né delle rispettive sottospecie, ritenendo molto più importante ai nostri fini che il modo in cui si etichetta un dato sistema di governo è di importanza secondaria rispetto al modo in cui di fatto esercitano il potere le persone che lo detengono. Dunque si sorvolerà sulle distinzioni tra democrazie e aristocrazie, tra monarchie costituzionali e repubbliche parlamentari, tra sistemi presidenziali, bicamerali, tricamerali o altro ancora.

Ai nostri fini la distinzione fondamentale verrà fatta tra stato di diritto e stato non di diritto(1) anche se riguardo al primo si userà il termine democrazia come se fosse un sinonimo, ciò per il fatto che al lettore meno uso al linguaggio dottrinario questo termine, di fatto, denota praticamente tutto quel che qui si intende per stato di diritto.

In senso proprio, dicesi stato di diritto quello Stato in cui il primato quale funzione o idea fondante e regolativa della vita nazionale spetta alla legge, cui tutti sono soggetti e verso la quale tutti sono eguali. All'interno della cornice dello stato di diritto a nessuno è permesso agire se non nei modi e nei termini stabiliti dalla legge, a nessun individuo come a nessuna istituzione o potere dello Stato stesso. Nello stesso modo, ed a maggior ragione, nessuno può pretendere di modificare la legge che regola lo stato di diritto se non attraverso gli strumenti previsti dalla legge stessa. Supponendo che la legge sia sempre rispettata e fatta rispettare, uno stato di diritto non dovrebbe degenerare in una dittatura (nella quale come minimo vi è una persona al di sopra della legge: il dittatore stesso).

Il punto debole sta nel fatto che gli uomini sono fallibili (o corruttibili), e lo stato di diritto funziona fintanto che il sistema di bilanciamento e controllo reciproco dei poteri è efficiente, il che significa soprattutto, essendo degli uomini a farlo funzionare, fintanto che le persone preposte siano responsabilizzate, abbiano cioè ben chiaro che un loro violazione della legge sarà inevitabilmente punita(2). Questo è uno dei motivi per cui la dottrina politica richiede che lo stato di diritto non possa essere tale in assenza di una effettiva separazione tra i poteri dello stato, una informazione libera e pluralista, un sistema giudiziario efficiente, una infrastruttura economica aperta al mercato e resistente ai tentativi monopolistici.

Nel momento in cui lo stato di diritto smette di essere tale, cioè quando la legge è violata dal potere stesso che dovrebbe farla rispettare, oppure quando chi è al potere cerca delle scorciatoie ai problemi da affrontare con una legislazione ad hoc, ecco che si è di fronte ad un grande pericolo. Innanzitutto, cessando lo stato di diritto, nessuno potrà più essere sicuro di poter godere appieno delle tutele prima garantitegli; nessuno potrà fare affari fiducioso che la controparte che volesse buggerarlo sarà punita. Nello stato non di diritto la legge non è uguale per tutti, è una cosa che tutti dovrebbero sapere, su cui tutti dovrebbero essere informati. Per questo vi invitiamo a continuare la lettura.

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NOTE
(1) Al riguardo ci si è rifatti allo spunto fornito dal filosofo Karl Popper, secondo il quale le forme di governo sono fondamentalmente due: quella in cui i governati possono sostituire i governanti con metodi incruenti e l'altra in cui tale possibilità non c'è, l'unico modo restando quello di un sommovimento sregolato (e magari anche sanguinoso, come quando vi è una rivoluzione o una guerra). (torna al testo)
(2) Molto semplice e comprensibile è, in proposito, il discorso su premi/punizioni fatto da Piero Angela in La vasca di Archimede. Ci si rifà ad un basilare problema educativo ed insieme ad un concetto della teoria dei giochi: in assenza di misure deterrenti da parte altrui, a chiunque risulterà più conveniente cercare di violare le regole per fregare l'altro. (torna al testo)

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Ultimo aggiornamento
28 gennaio 2005

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