CHI SE NE FREGA DELLA POLITICA... provi un po' a leggere qua
sito dedicato ai meccanismi che muovono la politica e che i politici preferirebbero nascondere. A cura di Giovanni Genovesi

2.2.3. La democrazia: Delegare

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Una democrazia quale quella ateniese, la prima ad essere apparsa sulla scena della storia, viveva di partecipazione diretta: tutti i cittadini, con eguale diritto, partecipavano in prima persona alle decisioni pubbliche (anche se non tutti erano cittadini con diritti politici, vedi le donne e gli schiavi). Per quanto l'idea della partecipazione diretta sia attraente, la sua realizzazione nelle estese, specializzate, multiformi società moderne è decisamente difficile, se non impossibile(1).

Nel passato, il livello di competenza medio delle persone era pressocché uguale nei diversi compiti che vivere allora richiedeva. Oggi la quantità delle conoscenze e delle tecnologie accumulate dall'umanità rende praticamente impossibile per chiunque l'essere mediamente competenti in tutto: ognuno ha un suo ruolo, una sua specializzazione, che esplica al meglio, mentre approfitta, per quel che a lui non compete, del lavoro altrui, il quale a sua volta beneficerà per ciò che non sa, non può o non ha il tempo di fare del lavoro di quello di qualcun altro. È per questo che in tutte le democrazie moderne i cittadini esprimono il loro parere non direttamente, ma attraverso la delega ad un loro rappresentante, espresso con un qualsiasi meccanismo di voto. In tal modo si può continuare a gestire i propri particolari affari mentre l'eletto, sulla base del programma per cui ha ricevuto il mandato, si occupa della politica per conto loro, tenendo a mente (si spera) che, deludendoli, quelli potrebbero non eleggerlo

È importante tenere a mente che, quale che sia il modo tramite il quale una persona si propone per rappresentarvi, essendo voi, gli elettori, ad investirlo della vostra delega, essa sarà debitrici e responsabile in primis verso voi che l'avete votato(2).

Purtroppo, ogni eletto ha in qualche modo bisogno di un apparato organizzativo che lo supporti durante lo svolgimento delle elezioni e nel suo rapporto con la società; questo fatto ha condotto la gente a credere che la loro delega vada a tale apparato, che poi si occupa di selezionare ed esprimere gli individui da proporre per le elezioni. Tale mutazione nel modo di vedere dell'elettorato ha una conseguenza decisiva per la capacità del corpo elettorale di riuscire a selezionare efficacemente chi vuole essere eletto solo per fare i propri interessi da chi, pur perseguendo comunque interessi particolari, risulta portare avanti proposte utili per la collettività(3). Nel momento in cui si dà il proprio appoggio ad una idea fatta propria da un partito, rendendolo nella propria mente come sovraordinato rispetto al suo aderente messo in lista elettorale, si rischia di andare a dare la propria delega solo con rispetto a quanto rappresentato dal partito, e quasi con indifferenza per l'individuo reale che l'idea del partito dovrebbe portare avanti. A causa di questo meccanismo, una volta che l'apparato si sia conquistato con atti passati la fiducia di una quota della popolazione, ecco che una direzione spregiudicata dell'apparato stesso potrà proporre persone disoneste che verranno votate comunque dalla gente, ormai spinta a sostenere il candidato di partito più per senso di appartenenza che per la reale capacità dello stesso di rappresentarla degnamente(4).

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NOTE
(1) Riconosciamo che si è parecchio semplificata la questione, ma daltronde si erano fatte già delle avvertenze in merito, vedi alla parte 0.5. (torna al testo)
(2) Qui il quadro viene molto influenzato da come, di fatto, le istituzioni ed il sistema elettorale sono stati progettati e funzionano. Vedi alle parti 2,4, 2.5 e 2.6 e il capitolo 3. (torna al testo)
(3) Vedi alle parti 1.3, 2.5 e 2.6. (torna al testo)
(4) In proposito, vedi il capitolo 4. (torna al testo)

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Ultimo aggiornamento
28 gennaio 2005

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