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sito dedicato ai meccanismi che muovono la politica e che i politici preferirebbero nascondere. A cura di Giovanni Genovesi

2.2.1 La democrazia: partecipare

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La partecipazione è il modo con cui il singolo cura i propri interessi nell'ambito della colletività.

La partecipazione si fa attiva con il voto, l'unico modo attraverso il quale si può far sentire il proprio dissenso/assenso, l'unico modo per agire e cambiare le cose in modo graduale e non traumatico. Informarsi e non votare è come sapere che il conducente del mezzo su cui ci troviamo si dirige contro un muro e non farglielo notare: una volta fracassatici contro dirsi "lo sapevo" oltre che essere inutile potrebbe anche non essere più possibile.

La partecipazione costa: tempo, come minimo, ogni volta che ci si accosta alle urne, ogni volta che si presta attenzione alle notizie, che si legge un libro o un quotidiano, che si discute con amici, familiari o colleghi. Purtroppo, nessuno ha piacere a spendere alcunché se non per procurarsi del piacere o per evitarsi un dispiacere, e nel caso della politica in pochi sembrano rendersi conto dei piaceri e dispiaceri che possono derivarne dal voto; troppi dunque scelgono di disimpegnarsi, vuoi non votando, vuoi accettando di votare per lo sconosciuto amico dell'amico, ma sempre finendo poi per lamentarsi della qualità degli eletti.

In generale, la considerazione che si ha verso il costo di certi servizi è influenzata dall'errata opinione per cui ciò che è ritenuto acquisito non debba più essere rinegoziato: tale idea è sconfessata da tutto quel che si sa sul funzionamento dei sistemi in generale, della natura e della società in particolare(1). Si ritiene che la democrazia sia un dato acquisito, che le libertà conquistate a prezzo di tante vite siano imperdibili; ciò è vero fintanto che vigono e funzionano alcuni meccanismi istituzionali e costituzionali quali separazione dei poteri, eguaglianza di fronte alle leggi, certezza del diritto e quant'altro; ciò è vero anche finché la percentuale dei cittadini che partecipano a vario titolo al funzionamento delle istituzioni si mantiene sufficientemente ampia. Purtroppo, ragionando per assurdo, se tutti tranne uno rinunciassero alla partecipazione politica, ecco che quest'unico avrebbe nelle sue mani un enorme potere: se questi fosse una brava persona potrebbe anche fare molto bene, ma se non lo fosse gli altri rischierebbero di accorcersene troppo tardi.

Pensate alle situazioni dell'infanzia: un bullo fa il bello e il cattivo tempo fintanto che può terrorizzare i deboli tra loro divisi, ma può esser ridotto a più miti consigli quando i maltrattati si coalizzano formando gruppo contro di lui. Ecco, questo è il vero motivo per cui partecipare è importante: per difendersi dalla possibilità che qualcuno, a qualunque titolo, sotto qualunque bandiera, possa approfittare dell'altrui disinteresse per accaparrare più di quanto gli spetta.

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NOTE
(1) In proposito, vedi il capitolo 5. (torna al testo)

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Ultimo aggiornamento
28 gennaio 2005

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