0. Introduzione

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In passato ero molto orgoglioso del mio essere apolitico, condividevo acriticamente tutti i pregiudizi e luoghi comuni in merito ai politici di professione, agli apparati di partito, alle istituzioni burocratizzate ed incancrenite.

Me ne fregavo, non vedendo alternative al subire inerme e passivo le decisioni di chi stava al potere, ma provavo sempre più disagio proprio per il sentirmi inerme e passivo, in pratica per il sentirmi preso per i fondelli.

Cercando di alleviare il disagio, inizialmente spingevo al massimo il menefreghismo, non curandomi affatto delle informazioni sui politici e sulla vita politica, ma i fatti della vita e le molte letture intraprese per spiegarmeli mi andavano sempre più convincendo di quanto imponente fosse la ricaduta delle scelte politiche sul mio vivere quotidiano e sulle prospettive del suo sviluppo futuro.

Mi resi conto di quanto importante fosse la scelta delle persone giuste, delle giuste regole, degli arbitri idonei a che tutti rispettassero le dette regole. Constatavo che la maggioranza della gente solitamente possiede una buona capacità di giudizio, ma non mi capacitavo del perché la perdesse puntualmente in sede elettorale, ostinantamente riconfermando politici e partiti di cui tutti sembravano delusi e stufi.

Man mano che nelle mie letture scoprivo alcune possibili spiegazioni, sono andato orientandomi verso fonti che meglio contribuissero a chiarire i miei dubbi, trovando risposte che andavano disegnando un quadro organico anche andando a pescarle in campi che mai avrei pensato attinenti alla politica.

Non me ne frego più, adesso. È troppo importante capire la politica, se non si vuole esser fregati dai politici.

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