1.2. Cos'è la politica
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La politica è la gestione della cosa pubblica (polis per i greci), l'arte dello stare insieme, l'ambito concettuale entro il quale trovare risorse, argomenti e stimoli per costruire la regole di una migliore convivenza civile.
Con il termine "politica", che in origine stava per la cosa pubblica, si intende oggi anche quel che viene fatto dai governi, dai rappresentanti eletti dai cittadini, dai partiti e dalle associazioni politiche. È questo modo d'intenderla che le porta tanta cattiva considerazione da parte del pubblico.
Ma politica è anche quel complesso di teorie, quel sistema interpretativo, quella visione del mondo in base alla quale decidiamo se quanto viene decretato nelle sedi istituzionali di ogni tipo sia o no giusto, liberale, democratico, se sia o no la migliore soluzione ai problemi della società in cui viviamo, dunque anche ai nostri problemi individuali.
Sotto questo punto di vista, ognuno di noi, ogni volta che esprime un'opinione sulla polis, fa politica. Dunque, dove sta il problema?
Esistono pochi campi d'opinione condizionati dal senso comune, dal pregiudizio, dall'ideologia e dall'ignoranza come lo è la politica. I motivi di ciò sono diversi e non ci interessano qui, basti dire che il contrasto di interessi messo in campo in ogni scelta politica comporta il profondo interesse di chi pretende di essere un leader a che chi lo segue non abbia dubbi, che sia completamente persuaso della bontà delle posizioni prese dalla sua guida. Questo scontarsi di interessi contrapposti ha le sue ragioni, che saranno approfondite in seguito, e può spiegare come mai talora si abbandonino opinioni ritenute prima giuste per abbracciarne altre in palese contrasto con i principi a cui si pretende di ispirarci: perché il cambio ci sembra conveniente abbastanza da nasconderci qualsiasi dubbio o scrupolo.
Il problema è che la nostra opinione è importante, può essere decisiva nel far sì che le persone cui deleghiamo la rappresentanza politica si comportino nel modo che più ci conviene, e per questo quanto maggiori sono le informazioni in nostro possesso su come vanno le cose tanto meno influenzabile dagli interessi altrui sarà il nostro pensiero, tanto più giusta (si spera) sarà la nostra opinione nel merito.
Qui si proporrà una teoria della politica che potrebbe essere ritenuta, sbagliando, utopistica, non coi piedi per terra, staccata dal giornaliero procedere delle cose. Il fatto è che si parlerà soprattutto di principi, di regole generali, di un modello di base da usare per affinare la nostra interpretazione, ed è chiaro come la realtà non sia facilmente riducibile ad un modello, tuttavia il possesso di una teoria generale della politica aiuta a capire molto più quei meccanismi che le stanno dietro, ponendo così rimedio alle sue storture.
Provate a pensare come possa essere difficile riparare un'auto senza avere idea del suo funzionamento, ad affidarvi ad un medico che non abbia studiato la medicina: anche questi sono casi di teorie generali, studianti modelli semplificati, che fanno da base al nostro agire pratico.
Certo, qui c'è qualcosa di più complicato che interviene: la molteplicità delle teste da mettere d'accordo. Ciò che rende utopica una qualsiasi politica è la sua eventuale incapacità di trovare soluzione ai fondamentali problemi della fiducia e della comunicazione. Ciò che rende reale una politica, dunque in grado di trasferire le sue teorizzazioni nel campo della realtà, è la capacità dei suoi propugnatori di convincere gli altri ad abbracciarla, superando sfiducia e incomunicabilità.
Noi vogliamo farvi vedere bene quel che state abbracciando prima che la fiducia riposta in una idea apparentemente buona si trasformi in fiducia mal riposta in sicuramente cattivi ideologi.
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