1.6.2. Principi della propaganda
<< Precedente - Indice - Successiva >>
Perché la propaganda funziona? Per lo stesso motivo che fa vendere di più il prodotto più pubblicizzato e fa vincere le elezioni a chi spende mediamente il doppio del suo avversario(1).
Senza andare a rivedere il numero di principi variamente identificato dagli studiosi, oscillante a seconda delle fonti da uno ad oltre un centinaio, possiamo dire che in fondo il propagandista fa leva sul modo usato dal cervello per selezionare, elaborare e scartare o ritenere le informazioni, un modo che abbiamo sviluppato per metterci in grado di sopravvivere al nostro ambiente evolutivo: la savana! Purtroppo l'evoluzione socio-culturale è stata così rapida da impedire ai meccanismi cognitivi neurobiologici di tenere il passo con la trasformazione dell'ambiente in cui viviamo, per il quale il nostro cervello (o la nostra mente, se preferite) presenta ancora qualche "baco", per usare un termine familiare a chi si ritrova di tanto in tanto ad imprecare contro il cattivo ed imprevisto funzionamento del suo PC.
In sostanza la mente opera in due fondamentalmente diverse modalità: consapevolmente o euristicamente.
Il modo consapevole viene usato quando, di fronte a problemi o situazioni particolarmente importanti, abbiamo il tempo di raccogliere tutte le informazioni che ci sembrano pertinenti e le elaboriamo ragionando con logica e pedanteria per raggiungere la soluzione migliore: questo modo è particolarmente dispendioso per il cervello (consumo triplicato di glucosio!) e a quanto pare sgradevole (schema di risposta elettroencefalica simile a quando si prova dolore), per questo di solito si preferisce l'altro modo.
Il modo euristico, cioè quella serie di strategie di scelta e comportamento che sono state apprese facendone esperienza e che, avendo generalmente funzionato in passato, si torna ad usare in situazioni che ci sembrano simili ad altre vissute, così come in situazioni o problemi che giudichiamo frivoli o superficiali o comunque poco importanti per noi, ma anche quando pur coscienti di dover usare il modo consapevole soffriamo la necessità di scegliere con rapidità, sotto stress o in contesti emotivi molto forti. Questo modo richede un minimo dispendio di energia e, tutto sommato, garantisce quasi sempre il successo. E qui sta il problema.
I problemi politici, intesi qui in senso molto ampio, sono decisamente complessi, implicando la necessità di tenere in considerazioni molteplici fattori e variabili interagenti tra loro: eccedendo tranquillamente le capacità di qualsiasi mente che non abbia familiarità con le amenità della matematica tali problemi mandano "in palla" il cervello e, poiché ciò non piace alla mente, si arriva ad abbracciare la prima proposta che sembri ragionevole e riduca il senso di disagio di fronte alla complessità.(2)
Giusto per tirare in ballo un altro concetto complesso, si tratta di sfruttare il fenomeno psicologico della dissonanza cognitiva(3). In pratica i politici non fanno altro che sfruttare l'esigenza della nostra mente di risposte semplici e rapide, e noi cadiamo nelle trappole della propaganda perché accettandole evitiamo un faticoso lavoro di ragionamento e studio al nostro cervello.
Ulteriore complicazione deriva da quest'altro fatto, tutt'altro che secondario: quel che possiamo pensare è limitato da quel che possiamo conoscere, cioè dalle informazioni di cui siamo in possesso. Da chi attingiamo noi le informazioni? Quelle di largo respiro, relative alla situazione nazionale ed internazionale, alla congiuntura economica, ai pericoli ambientali le abbiamo in prevalenza per il tramite della televisione, una piccola percentuale di persone dalla stampa e da internet.
Ecco, stampa e televisione selezionano per conto nostro quali sono gli argomenti su cui si potrà ragionare, e lo fanno spesso in una logica di mercato, quando non di potere, limitando l'accesso a quelle informazioni che contribuiscono alla perpetuazione dello status quo.
A titolo d'esempio: avete mai visto in tv o letto sulla stampa generalista qualcosa che approfondisca il tema della propaganda? Io mi ci son trovato per caso, perché cercavo approfondimenti per questo sito, ed è stato come un'illuminazione.
Ma cosa si può fare? Come resistere alle lusinghe della propaganda e pensare invece criticamente con le nostre teste? Conoscere che cos'è la propaganda è un primo passo, diffidare sempre è il secondo, anche di quanto avete appena letto, cercando notizie da fonti diverse, abituandosi ad incrociare le fonti prima di decidere a chi deve andare la nostra fiducia.
E magari leggendo oltre in questo sito.
(torna su)
<< Precedente - Indice - Successiva >>
NOTE
(1) Almeno riguardo alle elezioni, questo è quel che regolarmente succede negli USA, come documentato dal libro Age of propaganda citato nei riferimenti . (torna al testo)
(2) In proposito vedi Steven Pinker, Come funziona la mente, e Guy Claxton, Il cervello lepre e la mente tartaruga. (torna al testo)
(3) Quella di dissonanza cognitiva è una definizione coniata negli anni 50 dallo psicoloco Leon Festinger per esprimere il divario interiore che ognuno sperimenta quando ciò che si ritiene vero non corrisponde alla realtà dei fatti. Questa dissonanza produce un disagio che si prova a ridurre più facilmente nascondendosi i fatti che contrastano con ciò che si crede, piuttosto che riconoscendo la necessità di rivedere le proprie credenze. È questo il motivo per cui si tende ad essere persuasi da notizie che rinforzano le convinzioni già possedute, per quanto assurde e lontane dalla realtà.. (torna al testo)
(torna su)
|